DESCRIZIONE DELL’OPERA:
Papa Francesco nel 2020 ha inserito tre nuove invocazioni nelle litanie Lauretane “Mater misericordiae”, “Mater spei”, “Solacium migrantium”. Ecco che la mia opera prende spunto dalla terza invocazione: quella rivolta ai migranti; è una rappresentazione che tiene conto delle mie ultime realizzazioni relative a questo tema già esposte in occasione della mostra “Donum formae” presso lo “Spazio Polifunzionale Acli” di Varese questa primavera. La figura ammantata prende spunto da Maria Immacolata in un atteggiamento classico che schiaccia la testa del serpente e che, con le braccia aperte, accoglie ed è pronta a stringere gli ultimi della terra. Forme geometriche lineari e curve si intrecciano- ma si scontrano anche- e sono ispirate ai relitti delle barche dei migranti sono costretti a usare per attraversare il mare, con la speranza di raggiungere la costa, la Terra promessa.
PROFILO:
Nasce a Bagheria (Pa) nel 1956. Il padre Pietro, cavatore di tufo nelle “Pirriere”,si trasferisce a Viggiù (Va) nel 1969. Qui, apprende i primi passi nell’arte della scultura, grazie all’insegnamento degli scalpellini viggiutesi. Frequenta il Liceo “A. Frattini” di Varese dove con il prof. Pasquale Martini creativamente consolida la conoscenza della “Scultura”. Consegue la Maturità Artistica nel 1977, e nel 1981 il diploma di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Lavora dal 1979 al 1981 presso lo studio di Barasso (Va) dello scultore Vittorio Tavernari, eseguendo opere in pietra (da ricordare “Maternità” in pietra Aurisina). Dal 2012 è Conservatore dei Musei Civici Viggiutesi Enrico Butti. Al suo attivo ha numerose mostre personali, Concorsi per idee, collettive in Italia e all’estero. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Vive ed opera a Viggiù (Varese).