DESCRIZIONE DELL’OPERA:
La Madonna è raffigurata nell’istante in cui, commossa, risponde all’angelo- spettatore- orante, che ha appena finito di parlare con Lei. Maria sta dando il suo assenso a che possa aver luogo l’avvenimento più importante della storia umana.
PROFILO:
Lucia Stefanetti nasce a Montefredane (AV) il 9 ottobre 1959. Dal 2012 vive a Sciacca dove ha allestito il suo laboratorio nella Chiesa di San Nicolò la Latina, la più antica chiesa di Sciacca in stile arabo- normanno. La Stefanetti è laureata in scienze dei beni culturali con indirizzo archeologico presso l’Università di Foggia. Nel 2002 consegue il diploma di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Nel 2003 consegue un corso di perfezionamento d’arte sacra per la liturgia presso la fondazioe Stauros a S. Gabriele (TE). Nel 2006 realizza l’opera “Ecce Homo” per il santuario dell’Ecce Homo a Piraino (ME). Nel 2007 realizza due pale d’altare “Per Modum Suadentis” per la chiesa San Tommaso d’Aquino a Palermo. Nel 2008 realizza la Via Crucis per la chiesa di Gioiosa Marea (ME). Nel 2009 realizza la prima mostra di arte personale “Apparizioni” all’interno del Festival internazionale del Cinema Religioso, organizzata dalla fondazione Sgarbi a Salemi (TP). Nel 2010 fonda la scuola di Pittura “Artemisia”. Nel 2011 a Palermo allestisce due mostre personali “Angeli di Persia” e “Donne sull’orlo di un’estasi”. Nel 2015 a Sciacca ha luogo la mostra “Humanitas” Nel 2016 partecipa alla biennale di Arte Sacra a Palermo. Nel 2017 lavora ad un ciclo salesiano, a tre cartoni per vetrate per la Chiesa di Casteltermini. Ha partecipato in tutta la sua carriera ad una trentina di mostre collettive in tutta Italia. Lucia Stefanetti ha un segno di elegante energia e di proporzioni armoniche che rimanda all’idea del Rinascimento, esprime con sottili sfumature del bianco e del nero e con incisività della matita, le emozioni dello spirito. La sua è una indagine preoccupata a percepire l’essenza femminile posta dinanzi a un destino imperscrutabile. Fisionomizza il Cristo con il volto dell’uomo, lo ritrae con fattezze mediterranee fissando nello sguardo luminoso un’interiorità che interpella ed invita alla catarsi. Un Cristo partecipe della classicità oltre il tempo, perché espressione sublime del sempre. La ricerca di Lucia Stefanetti ha il merito di aver avuto fin dall’inizio le idee chiare su cosa fare, resistendo alle sirene di una facile astrazione o a discorsi troppo assurdi.